Oggi e Domani
Ho cercato in queste mie brevi riflessioni sul futuro della nostra Società e della nostra Specialità di allontanare dalla mia penna le inevitabili spinte emotive e gli entusiasmi che nascono dal sincero affetto per tutto ciò che concerne la nostra disciplina. Ho invece sinteticamente analizzato alcuni dati storici e statistici di sviluppo della Società, nonché ordinamenti, leggi e statuti attuali che inevitabilmente segneranno il futuro della Chirurgia della Mano italiana.
La Società Italiana di Chirurgia della Mano dalla sua fondazione ad oggi ha costantemente e regolarmente ampliato ed imposto all'attenzione degli organi politici e amministrativi del mondo medico e dell'opinione pubblica i confini delle proprie competenze. Ciò ha creato intorno alla Società, grazie anche alla sua rivista che ne qualifica la vivacità scientifica, consensi e riconoscimenti, alcuni anni fa insperati, che si sono concretizzati nella nascita di alcune strutture universitarie ed ospedaliere di Chirurgia della Mano.
Le Scuole di Specializzazione in Chirurgia della Mano, in tempi non remoti, puro miraggio dei primi entusiastici cultori, ora sono già sei nel territorio nazionale e molte sono le procedure in corso presso il Ministero della Pubblica Istruzione per l'approvazione di nuove Scuole di Specializzazione della nostra disciplina presso le principali sedi universitarie italiane. Già oggi in Italia sono oltre 200 gli specialisti in Chirurgia della Mano, altri lo stanno per divenire ed altri ancora premono per essere ammessi alle scuole universitarie cui fanno da degna cornice propedeutica e di aggiornamento gli ormai noti e bene-meriti corsi annuali di Savona e di Modena patrocinati dalla S.I.C.M. Questa piccola massa di specialisti in progressiva crescita sarà nel futuro senz'altro uno dei principali veicoli di diffusione, moltiplicazione e qualificazione della specialità sul territorio nazionale.
Nessuna delle specialità mediche nate dal grande ventre della medicina e della chirurgia generale ha mai avuto un "parto" del tutto "eutocico". Per ciascuna vi sono stati contrasti e rivalità Ciò certamente non poteva non accadere ed in maniera anche più acuta per la Chirurgia della Mano, sia per la sua nascita più recente, sia per la sua precoce vivacità, che gli ha procurato non solo all'inizio l'opposizione "paterna", ma anche in seguito l'incredine delle sorelle nate solo poco prima di lei.
Tutto ciò però non deve meravigliare ed allarmare ma va interpretato invece come fenomeno quasi "fisiologico" che, in un "corpo in buona salute", agisce più da stimolo per una crescita sana e vigorosa anziché da ostacolo.
Mai narrava molti anni fa il caro amico Richard Smith, di recente scomparso, che fu personalità eminente della Società Americana di Chirurgia della Mano, come anche negli U.S.A. la nascente Società avesse trovato all'origine ostacoli notevoli prima di raggiungere diffusione, notorietà ed autorevolezza. E la storia sembra ripetersi anche nelle Società consorelle delle altre nazioni, specie in quelle più emancipate del vecchio continente, fra le quali la S.I.C.M. gode senz'altro, sul proprio territorio nazionale, di una maggiore e più avanzata fase di affermazione ed espansione.
Recentemente, e non da tutti conosciuto od interpretato nella sua reale importanza, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana il nuovo ordinamento del corso di studi medici universitari (noto come nuova tabella XVIII) che regolerà la vita futura delle Università Mediche Italiane negli anni a venire (D.P.R. 28 febbraio 1985 n. 95).
Ebbene sulla tabella XVIII, gia operante presso l'Università Medica di Napoli, alla voce "malattie dell'apparato locomotore" compare per la prima volta nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia come unica materia chirurgica abbinata alla Ortopedia, la Chirurgia della Mano. Ciò significa che entro il 3° anno accademico successivo al D.P.R. tutte le università italiane con corsi di laurea in Medicina e Chirurgia dovranno impartire lezioni di Chirurgia della Mano promovendo il relativo esame o in abbinamento all'esame di Ortopedia e Traumatologia o come esame a sé stante.
Come sembrano ormai lontani e superati i tempi e le nostre esultanze per il primo incarico di insegnamento universitario di Chirurgia della Mano attivato all'Università di Pavia nel 1973.
Inoltre a partire dall'anno accademico 1987-88 o 1988-89 le Scuole di Specializzazione in Chirurgia della Mano già attive e quelle in iter di approvazione dovranno adeguarsi ad un nuovo ed unificato statuto, riconosciuto dalla CEE, che prevede, come per ogni specialità chirurgica, un corso di studi di 5 anni. I primi 3 anni della Scuola saranno svolti in comune con la Scuola di Specializzazione in Ortopedia, gli ultimi due avranno insegnamenti differenziati ed indipendenti.
La tabella XVIII quindi e l'allineamento delle Scuole di Specializzazione di Chirurgia della Mano e di Ortopedia vengano inoltre a sancire definitivamente l'area di appartenenza della Chirurgia della Mano, finora oggetto di sterili manovre eversive, nel grande capitolo delle malattie dell'apparato locomotore.
Terzo e non certamente meno importante aspetto, infine, della penetrazione e della affermazione della chirurgia della mano nel mondo universitario e quindi di riflesso nel contesto ospedaliero nazionale è costituito dalla recente nascita delle due prime cattedre ordinarie di Chirurgia della Mano dell'Università di Napoli e Pavia cui si aggiungono ben 9 cattedre associate attive in varie università italiane.
Pertanto viene riflesso affermare che negli anni a venire molte delle nuove cattedre ordinarie ed associate che verranno richieste dalle Facoltà Mediche nel settore della Chirurgia dell'Apparato Locomotore finiranno per essere indirizzate anche verso la Chirurgia della Mano, se non altro per una già quasi completa saturazione di posti nella disciplina maggiore.
Sono certo infine che anche nel settore ospedaliero, in parte sotto le inevitabili spinte universitarie ma soprattutto per le reali necessità di un più efficiente e qualificato servizio sanitario si moltiplicheranno ulteriormente le strutture di chirurgia della mano e finiranno per costituire negli anni futuri uno dei settori sanitari di maggiore espansione. Ciò infonderà nei giovani che mi auguro sempre in maggior numero si interesseranno alla nostra disciplina.
Voglio pertanto concludere questa mia breve disamina sulle possibilità di sviluppo future della Chirurgia della Mano rivolgendo alla Società Italiana di Chirurgia della Mano il mio più riconoscente plauso per l'attività svolta negli anni laboriosi e difficili della sua non lunga esistenza per la sua tenace, costante illuminata azione di sviluppo, programmazione e promozione sia in campo nazionale che internazionale.
Ovviamente solo alcuni obiettivi sono stati già raggiunti ed anche se le previsioni ottimistiche mi fanno ben sperare per il futuro, sarà sempre e prevalentemente la S.I.C.M. che dovrà rappresentare, difendere e qualificare sempre più la nostra disciplina sia in campo nazionale che internazionale.
Ezio Maria Corrado
La Società Italiana di Chirurgia della Mano dalla sua fondazione ad oggi ha costantemente e regolarmente ampliato ed imposto all'attenzione degli organi politici e amministrativi del mondo medico e dell'opinione pubblica i confini delle proprie competenze. Ciò ha creato intorno alla Società, grazie anche alla sua rivista che ne qualifica la vivacità scientifica, consensi e riconoscimenti, alcuni anni fa insperati, che si sono concretizzati nella nascita di alcune strutture universitarie ed ospedaliere di Chirurgia della Mano.
Le Scuole di Specializzazione in Chirurgia della Mano, in tempi non remoti, puro miraggio dei primi entusiastici cultori, ora sono già sei nel territorio nazionale e molte sono le procedure in corso presso il Ministero della Pubblica Istruzione per l'approvazione di nuove Scuole di Specializzazione della nostra disciplina presso le principali sedi universitarie italiane. Già oggi in Italia sono oltre 200 gli specialisti in Chirurgia della Mano, altri lo stanno per divenire ed altri ancora premono per essere ammessi alle scuole universitarie cui fanno da degna cornice propedeutica e di aggiornamento gli ormai noti e bene-meriti corsi annuali di Savona e di Modena patrocinati dalla S.I.C.M. Questa piccola massa di specialisti in progressiva crescita sarà nel futuro senz'altro uno dei principali veicoli di diffusione, moltiplicazione e qualificazione della specialità sul territorio nazionale.
Nessuna delle specialità mediche nate dal grande ventre della medicina e della chirurgia generale ha mai avuto un "parto" del tutto "eutocico". Per ciascuna vi sono stati contrasti e rivalità Ciò certamente non poteva non accadere ed in maniera anche più acuta per la Chirurgia della Mano, sia per la sua nascita più recente, sia per la sua precoce vivacità, che gli ha procurato non solo all'inizio l'opposizione "paterna", ma anche in seguito l'incredine delle sorelle nate solo poco prima di lei.
Tutto ciò però non deve meravigliare ed allarmare ma va interpretato invece come fenomeno quasi "fisiologico" che, in un "corpo in buona salute", agisce più da stimolo per una crescita sana e vigorosa anziché da ostacolo.
Mai narrava molti anni fa il caro amico Richard Smith, di recente scomparso, che fu personalità eminente della Società Americana di Chirurgia della Mano, come anche negli U.S.A. la nascente Società avesse trovato all'origine ostacoli notevoli prima di raggiungere diffusione, notorietà ed autorevolezza. E la storia sembra ripetersi anche nelle Società consorelle delle altre nazioni, specie in quelle più emancipate del vecchio continente, fra le quali la S.I.C.M. gode senz'altro, sul proprio territorio nazionale, di una maggiore e più avanzata fase di affermazione ed espansione.
Recentemente, e non da tutti conosciuto od interpretato nella sua reale importanza, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana il nuovo ordinamento del corso di studi medici universitari (noto come nuova tabella XVIII) che regolerà la vita futura delle Università Mediche Italiane negli anni a venire (D.P.R. 28 febbraio 1985 n. 95).
Ebbene sulla tabella XVIII, gia operante presso l'Università Medica di Napoli, alla voce "malattie dell'apparato locomotore" compare per la prima volta nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia come unica materia chirurgica abbinata alla Ortopedia, la Chirurgia della Mano. Ciò significa che entro il 3° anno accademico successivo al D.P.R. tutte le università italiane con corsi di laurea in Medicina e Chirurgia dovranno impartire lezioni di Chirurgia della Mano promovendo il relativo esame o in abbinamento all'esame di Ortopedia e Traumatologia o come esame a sé stante.
Come sembrano ormai lontani e superati i tempi e le nostre esultanze per il primo incarico di insegnamento universitario di Chirurgia della Mano attivato all'Università di Pavia nel 1973.
Inoltre a partire dall'anno accademico 1987-88 o 1988-89 le Scuole di Specializzazione in Chirurgia della Mano già attive e quelle in iter di approvazione dovranno adeguarsi ad un nuovo ed unificato statuto, riconosciuto dalla CEE, che prevede, come per ogni specialità chirurgica, un corso di studi di 5 anni. I primi 3 anni della Scuola saranno svolti in comune con la Scuola di Specializzazione in Ortopedia, gli ultimi due avranno insegnamenti differenziati ed indipendenti.
La tabella XVIII quindi e l'allineamento delle Scuole di Specializzazione di Chirurgia della Mano e di Ortopedia vengano inoltre a sancire definitivamente l'area di appartenenza della Chirurgia della Mano, finora oggetto di sterili manovre eversive, nel grande capitolo delle malattie dell'apparato locomotore.
Terzo e non certamente meno importante aspetto, infine, della penetrazione e della affermazione della chirurgia della mano nel mondo universitario e quindi di riflesso nel contesto ospedaliero nazionale è costituito dalla recente nascita delle due prime cattedre ordinarie di Chirurgia della Mano dell'Università di Napoli e Pavia cui si aggiungono ben 9 cattedre associate attive in varie università italiane.
Pertanto viene riflesso affermare che negli anni a venire molte delle nuove cattedre ordinarie ed associate che verranno richieste dalle Facoltà Mediche nel settore della Chirurgia dell'Apparato Locomotore finiranno per essere indirizzate anche verso la Chirurgia della Mano, se non altro per una già quasi completa saturazione di posti nella disciplina maggiore.
Sono certo infine che anche nel settore ospedaliero, in parte sotto le inevitabili spinte universitarie ma soprattutto per le reali necessità di un più efficiente e qualificato servizio sanitario si moltiplicheranno ulteriormente le strutture di chirurgia della mano e finiranno per costituire negli anni futuri uno dei settori sanitari di maggiore espansione. Ciò infonderà nei giovani che mi auguro sempre in maggior numero si interesseranno alla nostra disciplina.
Voglio pertanto concludere questa mia breve disamina sulle possibilità di sviluppo future della Chirurgia della Mano rivolgendo alla Società Italiana di Chirurgia della Mano il mio più riconoscente plauso per l'attività svolta negli anni laboriosi e difficili della sua non lunga esistenza per la sua tenace, costante illuminata azione di sviluppo, programmazione e promozione sia in campo nazionale che internazionale.
Ovviamente solo alcuni obiettivi sono stati già raggiunti ed anche se le previsioni ottimistiche mi fanno ben sperare per il futuro, sarà sempre e prevalentemente la S.I.C.M. che dovrà rappresentare, difendere e qualificare sempre più la nostra disciplina sia in campo nazionale che internazionale.
Ezio Maria Corrado